We are the future of collaborative engineering
Le visite tecniche svolte in situ e lo studio della documentazione, resa disponibile dalla Committenza, hanno permesso di formulare le seguenti considerazioni circa la natura dell’organismo strutturale oggetto di indagine: l’edificio ha uno sviluppo di circa 25 m di lunghezza e 15 di larghezza, l’altezza raggiunta è di circa 11 metri. Si compone di tre parti: una rampa che, dal diverticolo sull’Appia, conduce a un podio trasversale sorretto da un corridoio coperto da volta a botte e un corpo centrale quadrangolare dotato sul fondo di abside semicircolare e due nicchie rettangolari laterali.
Il Mausoleo è stato oggetto di rimaneggiamenti e di diversi restauri. L'edificio conserva la cortina originale soprattutto in corrispondenza dell’attacco a terra e nella parte superiore per brevi tratti. Le numerose lacune del paramento di rivestimento mettono in luce il nucleo cementizio che è costituito da frammenti lapidei di tufo giallastro e di laterizi mescolati a malta grigiastra. Le fondazioni sono state ampiamente indagate negli anni Settanta dall’Istituto di Norvegia a Roma, risultano omogenee intorno al corpo centrale e poggiano su un banco di selce raggiungendo profondità di circa 0,55 m, consistenti in strati alternati di calcestruzzo e strati rinforzati di ciottoli di selce. Tutte sono coperte da un filare superficiale di mattoni bipedali o parte di essi. Lo studio della documentazione messa a disposizione dalla Committenza ha permesso, inoltre, di formulare alcune considerazioni.
Coerentemente con l’epoca di realizzazione, le porzioni storiche sono prive di documentazione strutturale di accompagnamento; non si hanno, pertanto, informazioni circa i dettagli strutturali e le stratigrafie. Il piano delle indagini si pone lo scopo di raggiungere un livello di conoscenza approfondito dell’aggregato edilizio del Mausoleo di Sant’Urbano, caratterizzando le porzioni storiche e integrando le informazioni mancanti sugli interventi di consolidamento.
Sono previste alcune operazioni preliminari per comprendere a fondo la consistenza degli interventi.
Alcune vecchie fotografie mostrano la presenza di manufatti, probabilmente due pozzi coperti dal massetto in cemento applicato in epoca successiva. È necessario conoscere l’effettiva presenza dei “pozzi” e la quota di partenza dell’edificio per conoscere il livello della pavimentazione originaria, anche in relazione alle quote degli altri ambienti. Allo scopo è prevista la rimozione integrale del massetto cementizio presente. Nell’ambiente sotto la scalinata di accesso al podio è stato realizzato un pavimento che impedisce di conoscere il livello di calpestio originario. Si propone di conoscere le quote originali e la quota di fondazione.
La struttura a volta dell’antica scalinata, ormai inesistente, in alcune delle foto presenta un vasto foro, che è stato in seguito chiuso. Dato che sia l’intradosso della volta, coperto con intonaco, che l’estradosso, ricoperto con uno strato di terriccio e vegetazione non permettono un’analisi a vista, al di sopra del podio è stata realizzata una pavimentazione incongrua. Si intende giungere allo strato originario, sempre allo scopo di avere indicazioni per la progettazione.
Sono inoltre necessari dei campionamenti per un'analisi delle malte e dei materiali, soprattutto nelle aree ritenute originarie, sia allo scopo di confermare gli studi sull’effettivo periodo di realizzazione delle parti, sia per stabilire come procedere per eventuali reintegri. Non ultimo, lo studio di alcuni intonaci presenti nell’arco di una delle nicchie che presentano tracce di colore.